giovedì 15 novembre 2007

La chiamo Fortuna.

Pasqualina è la mia collega universitaria, è la mia compagna di viaggi, è la mia confidente, è la mia amichetta del cuore.
L'ho conosciuta due anni fa in un party organizzato da un gruppo di giovani universitari.

Si balla in un locale glamour; le do una gomitata, le urlo scusa.
Ci siamo incrociate con lo sguardo e sorridendo accarezza la mia spalla.
Rimasi colpita da questo suo gesto.

Lei è una sconosciuta, e come tale, forse insolitamente, ci si rapporta con tanta familiarità.
Casualmente, dopo non mollto tempo dall'accaduto, stesso in quella festa, ho incontrato Pasqualina al banco aperitivo.
L'ho riconosciuta, le ho chiesto il suo nome e ci siamo messe a conversare nonostante la rumorosa musica.

Seguiamo lo stesso piano di studi e nessuna delle due, durante le lezioni, si è mai accorta io della sua presenza, e lei della mia in aula (non affollatissime ).


A primo impatto mi ha colpito il suo essere simpatica, la sua ironia, la sua dolcezza.
Ci siamo scambiati i nostri numeri di cellulare per poi dividerci, ognuna nella sua cerchia di amici.

Giorni a seguire l'ho rivista, e affiatate entrambe, andiamo a lezione insieme, condividiamo il pranzo e sino a tardo pomeriggio ci siamo già lasciate andare ad ogni tipo di confidenza.

Mi è entrata nel cuore Pasqualina.
Da quel giorno siamo ottime amiche, ora più che mai , data la lontananza.
Si riesce ancora a condividere gioie e disavventure.

Adoro la sua pazienza e la sua onestà.
Mi sta stretta la sua troppa correttezza.
La vorrei solo meno esuberante.

Pasqualina la mia Fortuna, ti voglio bene.

Nessun commento: